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TROFEO VANONI... CHE EMOZIONE

Maurizio Torri
19/10/2009

Il vicepresidente del Csi Morbegno ci racconta la "gara di casa" e lo fa a modo suo: con tanta enfasi e passione!!!

"Anche se difficile, proverò con le parole a spiegare l'emozione che si prova a correre il Trofeo Vanoni in allenamento, ma soprattutto in gara"

Subito da piazza Tre fontane ci si butta verso Scimicà, si sfiora Palazzo Malacrida, la porta San Marco e nel silenzio dell’alba ti sembra di udire uno sferragliamento di soldataglie antiche, poi sulla murata via Priula, la salita ti fa scoppiare il cuore.

Ma si avvicina il Tempietto, la strada si fa più lieve, la valle si apre verso Bema, verso il Dosso Barnabà, il pezzo più duro; nel folto del bosco non sei solo, senti su di te sguardi che non vedi, come un rivolo di vento gelido che ti sferza la schiena, animali che ti guardano, il Pacinpaciana che ti chiede chi sei…

Ma alla fine del Dosso torna la civiltà, vedi le case, i prati falciati, vedi quel mondo delle alpi Orobie che sono il tuo mondo, che fece dire a Hans Steinitzer, grande viaggiatore dell‘800: “Orobie montagne belle da vedere, ma ancora più belle da percorrere, tra gente che senza chiederti chi sei ti dà il ciapél di latte munto, quattro braschée e un pezzo di matüsc per il viaggio“; con questo fantasticare passi il gésôö di Mezzavia, intravedi il Gavazzeni intento a dipingere la pregevole Pietà, a parlare col Damiani: “Ne discuteremo stasera al caffè Folcher”.

Ecco ormai sei alla piana di Arzo, il pubblico ti sveglia, ti chiama per nome, vedi volti noti e là in fondo, la Chiesa con la sacra facciata del Gavazzeni sembra un miraggio perché è finita la salita e ti butti giù nel bosco, giù a crepapelle, i rami degli alberi ti frustano la faccia, il sudore ti solca il viso. Piombi sul Tempietto, un saluto veloce ai ventenni del Morbegno, più di cento, che una tragica imbecillità umana ha fatto dissanguare in Russia, ma quando c’è il Vanoni sono tutti lì: ciao ragazzi.

Morbegno si avvicina, l’abbraccio di via Vanoni fa dimenticare la fatica, il pubblico ti coinvolge, e si lascia coinvolgere, l’incitamento ti ubriaca, è finita…. Mamma mia che bello il Trofeo Vanoni!