Franco Collé foto www.sportdimontagna.com
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INTERVISTA A FRANCO COLLE'

Sottotitolo: 
Siete pronti a respirare aria di Tor?

Nicola Gavardi
21/6/2013
Tags: 
intervista
franco
COLLE
scialpinismo
skyrunning
tor
geants

Giusto il tempo di riporre sci & pelli nell'armadio e il polivalente atleta valdostano è già pronto ad un'estate tutta da correre....

La Valle d’ Aosta è il punto di riferimento per il trail nazionale e internazionale. Tante le gare  e tanti gli atleti di livello che ogni anno percorrono i magnifici sentieri della VDA.. Oggi abbiamo incontrato per voi Franco Collé.  La passione del trail, scoperta quasi per caso, lo ha portato a classificarsi primo degli italiani all’ultima edizione del Tor Des Geants. Un’intervista che trasuda emozioni.

 

 

 

 

Quinto assoluto e primo degli italiani all’ultima edizione del Tor des Géants.  Cosa ti è rimasto di questa fantastica impresa?

 

E’ difficile descrivere a parole quanto il Tor sia in grado di regalarti emozioni. Non si tratta solamente di percorrere 330 km in uno splendido contesto di montagna, sfidando il sonno, il tempo e la stanchezza fisica.  Ho poca esperienza nel trail. Sono partito senza alcuna velleità, pensando solo di fare del mio meglio.  Ed eccomi nel bel mezzo di un viaggio, in cui mi trovavo a correre tra i più bravi,a volte consapevole di avere ancora tantissima energia in corpo, a volte sentendo che questa magica avventura non sarebbe potuta continuare ancora per più di qualche metro, semplicemente perché avevo esaurito tutte le mie risorse. Un sogno dal quale non avevo nessuna intenzione di svegliarmi. Ho dovuto imparare molto velocemente quanto sia importante ascoltare il proprio corpo e quanto sia fondamentale assecondare le sue richieste. 330 km di lezioni da autodidatta su come alimentarsi, come vestirsi, come riposarsi… per imparare che per correre velocemente non conta solo “avere il motore” e la capacità di “non mollare mai”. Conservo nel mio cassetto astratto, che riapro sempre molto volentier,i milioni di emozioni: gli scorci fantastici di questa splendida valle, i sorrisi e le parole dei volontari e degli amici  lungo il percorso, gli infiniti passi sotto il cielo stellato, il sole  tra i fiocchi di neve ma, soprattutto, l’arrivo nell’atmosfera di festa a Courmayeur, quell’impressione quasi surreale di avercela fatta che andava oltre la soddisfazione di quel risultato per me ottimo ed inatteso.   

 

 

Per un Valdostano questo risultato vale il doppio. Come “vive” la gente del posto quest’evento?

Il percorso del Tor, a Gressoney, passa proprio davanti a casa mia. Penso che ogni valdostano  abbia pensato almeno una volta di iscriversi. Per me non è stato così. Quando vedevo passare i concorrenti, pur stimandoli per la loro capacità di sopportazione, mi chiedevo che cosa provassero nel fare tanta fatica finalizzata a percorrere in gara tanti chilometri. Allora  non avevo ancora scoperto la mia passione per la corsa tra i monti. Essa si è rivelata solo grazie a qualcuno che pensò di iscrivermi alla gara a mia insaputa.. Da valdostani il Tor non lo si vive solo nel tempo che intercorre dall’arrivo a Courma per il ritiro dei pettorali sino alla linea che ti consacra “finisher”. Avendo la possibilità di camminare nei luoghi di gara, ogni passo di allenamento ti permette di respirare “aria di Tor”. Il gestore di ogni rifugio che incontri ti parla del “suo” Tor e ti saluta dicendoti che, in quei giorni, ti aspetterà. Ogni valdostano che incontri sa che cos’è il Tor perché, anche se non con le scarpette da corsa ai piedi, in qualche modo, lo ha vissuto.  Ed in gara… ti senti sempre in compagnia di amici. Correre attorno ai “geants” per un valdostano non ha un significato solo sportivo ma anche quello di prendere consapevolezza di quanto siano splendidi i luoghi in cui vive.

 

 

 

 

Come pianifichi i tuoi allenamenti?

Non sono un pianificatore dei miei allenamenti.  Quando infilo le mie scarpette non lo faccio mai per “allenarmi” nel vero senso della parola perché, prima di tutto ed ancor più che in gara, mi diverto a correre. La pianificazione e l’idea di seguire delle tabelle di allenamento sarebbe in contrasto con le sensazioni di libertà che vivo facendo ciò che più mi piace: correre liberamente sui sentieri delle “mie” splendide montagne lasciando a casa cronometri, orologi, cardiofrequenzimetri e gps. Non faccio mai un metro se non ne ho veramente voglia. Con le gare di sci alpinismo invernali, inizio sicuramente il periodo dei trail con un buon allenamento di base, soprattutto sulle lunghe distanze. Il mio “risveglio” primaverile (ed è questo l’unico obiettivo più o meno “pianificato”) passa attraverso la ricerca del gesto atletico della corsa. Ritirati gli sci, infatti, ci vuole circa un mese di corsa in piano affinché avvenga la “mutazione da sci alpinista a runner”. Il mese di maggio è quindi dedicato alla corsa in piano di circa un’ora per quattro volte a settimana. In questo modo, dal mese di giugno, potrò finalmente tornare a godermi le salite e le discese valdostane per una o due volte a settimana in compagnia del mio amico Dennis Brunod.

 

 

 

Gambe, cuore, testa? Una domanda che poniamo spesso agli atleti intervistati. Chi sale al primo posto?

 

Penso che le gambe ed il cuore siano importanti, ma nelle gare lunghe come il Tor des Geants la testa sale sicuramente al primo posto. La difficoltà in queste circostanze è quella di saper gestire al meglio le proprie risorse. Testa quindi intesa non solo come capacità di non mollare ma anche come attitudine a pianificare ogni dettaglio per ottimizzare tutto e limitare lo spreco di energie.  Molti “finisher” del Tor non sono atleti professionisti ma persone “normalmente” sportive che grazie alla loro caparbietà e al “metodo” riescono a percorrere 330 km in meno di una settimana. Diversamente, atleti ben allenati e preparati a sopportare intensi e prolungati sforzi fisici talvolta si trovano a dover abbandonare perché, a causa di un imprevisto, la testa cede. Talvolta razionalizzare e avere la capacità mentale di saper attendere può essere un ingrediente fondamentale per raggiungere l’obiettivo finale.  Testa e corpo sono comunque complementari, soprattutto quando si vogliono ottenere risultati di rilievo.

 

 

Quale atleta ti ha maggiormente impressionato?

Forse sarò un po’ scontato, ma in assoluto Killian Jornet Burgada. Mi sorprende la sua capacità nel riuscire sempre a primeggiare in qualsiasi disciplina: dallo scialpinismo alle skyrace, dalle vertical ai trail. Una marcia in più di tutti, in un periodo in cui tutti gli atleti sono ormai professionisti, preparatissimi senza lasciare nulla al caso. Sono curioso di vedere se questa estate sarà capace di battere anche il record di salita e discesa dal Cervino…

 

 

 

Grand Trail di Courmayeur 2013. Gareggeraì?

Ho già confermato la mia presenza agli organizzatori e spero proprio di riuscire a partecipare. Il percorso si snoda lungo due vallate tra le più belle della Valle d’Aosta quindi non posso che esserci! Mi piacerebbe davvero gareggiare in tutti gli appuntamenti estivi della mia regione come il Monterosawalserultratrail, il Granparadiso trail , il Cervino Xtrail e il Trail Licony. Devo però ascoltare il mio corpo e dargli il tempo di riposare quando lo richiede per cui, vedremo.

 

 

Si dice che la Valle D’Aosta sia il punto di riferimento per il trail italiano e non solo. Confermi questa tesi?

Da buon valdostano forse il mio giudizio è un po’ di parte… Sono rientrato da poco dalla Cina dove ho avuto modo di “toccar con mano” quanto sia reale l’interesse per il connubio trail-Valle d’Aosta. Sicuramente  la Valle d’Aosta con il Tor des Geants ha dimostrato di essere una grande realtà del trail internazionale, grazie ai suoi sentieri che attraversano paesaggi mozzafiato, al cuore dei valdostani ed alla sua capacità di gestire eventi di tanto rilievo. E non sono sicuramente da meno gli appuntamenti ormai collaudati negli scorsi anni come il Gran Trail valdigne e tutti i nuovi trail  che sono nati sul nostro territorio principalmente  con il fine  di far scoprire agli appassionati  le bellezze delle nostre dure e maestose montagne. Inoltre, pur essendo una regione di modeste dimensioni, abbiamo un buon numero di atleti di livello indiscutibile come Giuliano Cavallo, Francesca Canepa, Dennis e Bruno Brunod, solo per citarne alcuni.