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INTERVISTA A MARIO POLETTI

Maurizio Torri
8/7/2011

ALLA LUCE DI QUANTO VISTO ALLA SKYMARATHON SENTIERO 4 LUGLIO... QUAL’E’ L’EFFETTIVO LIVELLO DELLO SKYRUNNING IN ITALIA?

Lo abbiamo chiesto al selezionatore azzurro Mario Poletti…..

E’ possibile che in una gara dura e prestigiosa come la “4 Luglio” un maestro di sci e discreto scialpinista di Primiero - dalle indiscusse doti podistiche -, ma poco conosciuto pure in Trentino, possa sovvertire tutti i pronostici della vigilia calcare il gradino più alto del podio? La risposta è “si”. Titta Scalet l’ha dimostrato con i fatti.

Chi pensava che lo skyrunning in Italia avesse raggiunto livelli eccelsi si è dunque dovuto ricredere. Dove i chilometraggi si allungano e i percorsi cominciano a farsi un poco più tecnici, le corse in montagna d’alta quota sono ancora terra di conquista. Lo sa bene Mario Poletti che sul finire degli anni novanta lasciò le maratone per seminare il panico nelle emergenti skyrace… Ora organizzatore di gare e selezionatore azzurro, Mario ci è parso l’interlocutore ideale con il quale fare il punto della situazione.

Domenica scorsa si è corsa una delle gare cui è maggiormente legato il tuo nome... Ti saresti mai aspettato che un outsider come Salet potesse mettere tutti dietro?

«Sinceramente no. Il livello degli atleti iscritti era molto bilanciato, con 4-5 concorrenti in grado di contendersi la vittoria…. non mi sarei mai aspettato che un outsider potesse imporsi in una gara prestigiosa come il 4 Luglio»

Come è stato per te diversi anni addietro, lo skyrunning è dunque ancora terra di conquista?

«Direi di si. Come per me, grazie a delle buone doti da discesista, è stato facile primeggiare da subito, pur arrivando dalla maratona…. Ancora oggi chi arriva da specialità diverse, pur sempre però di resistenza, può prendersi soddisfazioni in questa disciplina. Va detto che anche Scalet ha però dimostrato di saperci fare sia sul tecnico, sia in discesa».

Da detentore del vecchio record e grande conoscitore della gara, come ti spieghi un simile risultato?

«Anche se non conosco la prima nuova parte del percorso fino allo Zoppello dell'asino, non credo abbiano corso a ritmi esasperati. Guardando il tempo si spiega come in mezzo a 4-5 atleti di buona livello, possa inserirsi lo scialpinista di turno che sorprenda tutti».

Dovessi fotografare lo skyrunning moderno qual' è il livello dei nostri atleti e come sono cambiati negli ultimi anni i "corridori del cielo"?

«Sono solito valutare il valore di uno skyrunner in base a quanto potrebbe esprimere su strada (come del resto facevo a suo tempo con me), e noto che a parte qualche eccezione, quasi nessuno è in grado di fare 1h9'-1h10' in una mezza o stare sotto le 2h 30' in maratona. Ciò, forse è dovuto al fatto che prima di essere uno skyrunner io ero maratoneta (p.b2h19'13'') e mi cimentavo nelle poche gare skyrunning che esistevano mantenendo comunque una buona velocità anche su strada e pista. Ora esistono molte più gare e uno skyrunner fa praticamente solo questo tipo di corsa. Personalmente ho smesso di vincere quando, a furia di fare gare di questo genere, mi sono allontanato da quelli che erano allenamenti e gare che mi davano una velocità di base che ai tempi faceva la differenza. Un aneddoto: dopo 4 secondi posti, nel 2003 dedicai tutta la primavera a preparare il 4 Luglio, arrivando a fare 10gg prima 8x1000mt in 2'55''-2'56'' rec. 1'. Quell’anno feci il record. Un record costruito dal bivacco Davide al Piz Tri, ma tale era il mio stato di forma che avrei potuto fare anche il primato personale nella maratona».

Da atleta ad organizzatore come cambia lo skyrunning vissuto da un altro punto di vista?

«Organizzare è forse più impegnativo e stressante che correre…. Cerco di dare il massimo anche qui, cercando di proporre gare che soddisfino il più possibile gli atleti; dal pacco gara al percorso, al montepremi, anche se non sempre condivido la corsa al montepremi più alto che le centinaia di gare fanno a lotta per accaparrarsi i migliori».

Manca davvero poco alle Orobie SkyRaid 2011. Dovessi presentarci la tua gara, come è cambiata e quali sono le novità più eclatanti di questa edizione?

«Orobie SkyRaid è una gara completamente nuova. Per chi non conosce la Presolana, non se la scorderà molto facilmente. Il percorso è un mix di velocità, durezza, tecnica… Passare da staffetta a gara individuale e da 84 a 27 km darà la possibilità a molti di cimentarsi in questa disciplina affascinante».