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Valtellina Orobie - 16. Come si vive l'attesa a casa Boscacci

Maurizio Torri
2/1/2009

Questa volta siamo andati dalla simpatica Simona, moglie di Graziano e mamma di Michele

In cima al paese di Albosaggia, oltrepassati comune e castello Paribelli, vi è una falegnameria di campioni. Qui, tra seghe, pialle e circolari, Umberto Boscacci ha cresciuto non uno, ma due fuoriclasse: Graziano, al fianco di Ivan Murada, è uno dei big a livello internazionale che ha scritto pagine importanti sulla storia dello scialpinismo; suo figlio Michele, invece, incarna i sogni, le aspettative e le speranze di un paese dove sci e pelli di foca sono di gran lunga più importanti del calcio. Dopo l’intervista in casa Murada, si è pensato di bissare per capire come si vive al fianco di due “malati” skialp. Nostra interlocutrice, la simpatica Simona divisa nel duplice ruolo di mamma e moglie. Anche per lei prima domanda a bruciapelo:

Descrivi il Graziano Boscacci atleta e marito? “Come atleta eccellente (… pausa, con tanto di sorriso malizioso…) come marito poco presente”.

L’avere un passato da discesista ti facilita il convivere con due super agonisti? “Assolutamente no; io ho smesso che ero una ragazzina e da piccoli lo sport lo si vive in maniera completamente diversa. In casa non sono certo loro che si adattano alle mie esigenze. Anzi direi che è proprio il contrario”.

Quando Michele ha scelto di seguire le orme del padre, ha incoraggiato questa sua decisione o ti sarebbe piaciuto indirizzarlo verso qualche altra disciplina sportiva? “Assolutamente. Lo scialpinismo è uno sport sano, a stretto contatto con la natura… è una scelta che appoggio”.

Graziano è famoso per uno che in discesa si prende tutti i rischi del caso e Michele non è da meno. La cosa ti lascia non ti preoccupa? “Preoccupa? Direi che è il mio incubo. Sarà che sono troppo ansiosa, ma è difficile che segua le gare di Michele. La Valtellina Orobie, ad esempio, non l’ho mai vista. Sto a casa in contatto telefonico continuo con mio papà. La prima volta che ha seguito una sua gara è stato all’esordio nella Pierra Menta… mi ha messo un’ansa incredibile, avevo il cuore in gola… mai più”.

Torniamo a parlare di tuo marito. Nelle ultime stagioni il problema all’anca l’ha indubbiamente penalizzato. Eppure, focalizzando gli obiettivi, è riuscito ad essere competitivo su più fronti. Come te lo immagini tra una decina d’anni? “Io spero che diventi il maritino premuroso che ho sempre sognato: uno che si dedica alla moglie, che ti porti a fare delle passeggiate, dei giretti delle vacanze… Questi, ovviamente, sono i miei sogni; in realtà me lo vedo ancora al fianco del figlio. Penso che lo seguirà negli allenamenti e nelle gare come del resto ha sempre fatto”.

Le vittorie più belle dei tuoi campioni? “Per Graziano Serre Chevalier, Sellaronda e Mezzalama. Per Michele direi l’ultima Valtellina Orobie e la Pierra Menta”.

Michele e Graziano, tu li conosci meglio di chiunque altro. Una qualità di uno che manca all’altro e un difetto che li accumuna? “Si assomigliano molto, ma ovviamente non sono uguali. Dal punto di vista prettamente sportivo Graziano è meno impulsivo e più razionale. Sarà che ha più esperienza, ma riesce a gestirsi molto meglio. Una cosa che li accomuna, invece, è il disordine”.

Valtellina Orobie 2009, per la prima volta vedremo sulle nevi di casa Boscacci contro Murada. Ad Albosaggia c’è già chi è pronto a scommettere… Chi vincerà questa sfida? “E me lo chiedi? Io tifo Boscacci… anche se poi, probabilmente la spunterà Ivan”. (art tratto dalle Montagne Divertenti Foto R. Moiola)