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Sci Ripido: Discesa sul Monte Legnone

Maurizio Torri
21/5/2009

Non solo canyoning per la guida alpina Pascal van Duin che munito di sci larghi è tornato sulla cima del Legnone, la montagna simbolo della Bassa Valtellina

Pensavo di aver chiuso i conti con il Legnone nel lontano gennaio 1997. Allora, con l'amico Antonio Cappello, salimmo direttamente da Delebio fino in vetta dal versante NE per un percorso del tutto improvvisato che percorre una serie di pendii collegati da un traverso esposto e molto ripido.
Quasi 2400 m di dislivello percorsi in 4,30/ 5 ore, l'Antonio come sempre mi tira il collo e fatico a stargli dietro. Passo avanti nei punti più difficili da interpretare, il traverso sotto i pendii sommitali si avvicina ai 45 gradi ed i salti di rocce sottostanti gli creano una certa tensione. I pendii sciabili del Legnone si trovano al di sopra dei boschi, oltre i 1500 metri di quota. La discesa è bella e ripida e non supera i 45 gradi. La neve sulla strada verso Delebio finisce presto e ci tocca tritarci gambe e piedi sui duri ciottoli di questa vecchia strada militare.

Ok, messo in soffitta questa discesa non guardo più il Legnone per anni. Abitando sulla Costiera dei Cech ce l'ho davanti al naso tutti i giorni in tutte le stagioni. In verità passando con l'Antonio avevo visto gli altri evidenti pendii proprio sopra l'Alpe Legnone ma questi finivano con un salto di rocce quindi niente da fare. Immaginavo che in anni più nevosi forse questa parte poteva diventare sciabile. Guarda oggi e guarda domani ma niente da fare, li ci sono solo rocce e maloss. Quest'anno, 2009, c'è tanta neve forse è l'anno buono. Ma no ancora niente. Guardando bene in alto e si vedono più problemi che altro: la cornice sotto la vetta proprio dove si dovrebbe sciare, i vari isolotti rocciosi da aggirare su pendenze poco chiare, troppe incertezze che mi lasciano perplesso.

Passa l'inverno, la cornice è sempre immobile, fa caldo ma ogni settimana mette giù ancora neve, ogni volta bisogna aspettare qualche giorno che le rocce si puliscano e scarichino la valanghe. Fa sempre più caldo e guardando su l'unica cosa che mi viene in mente sono le valanghe di fondo che potrebbero staccarsi. Bè piano piano questo tarlo mi rode sempre di più, decido di andare ma devo trovare un socio, da solo non mi ispira molto. Intanto gli amici Pina Kurt &C. fanno la discesa dal colatoio del versante Nord-Ovest, uno stimolo a mettersi in movimento. Chiamo il Mario Vannuccini ma ha messo via gli sci e dopo le sue discese è già appagato.

Beno (Enrico Benedetti) è interessato e vuole venire, bene, aspetto il momento giusto. Comunque vada, in caso di problemi particolari, potremo sempre scendere dal percorso che ho fatto nel 1997. Siamo in aprile e continua a nevicare ma finalmente dopo una pausa il percorso sembra ok e manca solo di trovare un giorno in cui la temperatura scenda un poco, giusto per aumentare la stabilità dei pendii. Il giorno X è martedì 5 Maggio. Chiamo subito Beno ma non può liberarsi ! Rinuncio e mi dico che comunque si potrà fare ugualmente un altro anno. Intanto il tarlo continua a scavare e mi fa ricordare che ho già fatto alcune discese ripide, niente di incredibile, con Andrea Testa. Provo a chiamarlo e direttamente gli chiedo : ciao, fai ancora sci ripido ? Ci sarebbe la discese del Legnone da fare ma finisce con delle rocce e servirà la corda per calarsi alla fine.

Dopo una pausa silenziosa Andrea decide di si e riesce a spostare alcuni impegni professionali, miracolo!, dovrà però essere di ritorno a casa a Como per le 15.00. Ok è fatta si parte, appuntamento domani a Delebio alle 4,30. Saliamo dalla nuova strada (tempi moderni...), ma riusciamo solo a raggiungere il rif. Vittoria a 920 m di quota, oltre ci sono i lavori. Ho preso una mezza corda e martello+chiodi. Dall'Alpe Legnone calziamo i ramponi e saliamo veloci sulla valanga, con la neve dura è molto comodo. A 200 m dalla parete Andrea vede un passaggio fattibile con gli sci o a piedi e suggerisce di lasciare corda e imbraghi. Acconsento. Saliamo ed iniziamo a seguire le prime cenge nevose ma subito mi accorgo che il passaggio visto da Andrea non esiste! Lui prova a destra su ciuffi d'erba, io a sinistra ma c'è un saltino ripido e con gli sci addosso non mi fido, c'è neve e ghiaccio misti, Andrea mi dice che sopra le neve è sottile ed appoggiata ad una placca per cui torno indietro. Intanto Andrea scende e traversa dove ero io. Prova salire e riesce a passare. Io preferisco aggirare l'ostacolo.

Ci mettiamo d'accordo di trovarci al colle sotto la cima. Comincio ad aggirare l'ostacolo a destra, purtroppo si affonda fino al ginocchio nella neve e sono molto lento. Trovo una cengia che ritorna a sinistra e sembra raggiungere il grande colatoio. Per fare tutto il giro avrò impiegato almeno 1,30 h, Andrea sarà già in alto ad aspettarmi. Salendo i pendii diventano belli ed evidentemente sciabili senza particolari difficoltà, rimpiango di aver lasciato le pelli a valle, qui ci volevano proprio perchè si affonda ancora. Sotto la cima si passa, bisogna solo vedere da vicino la pendenza. Andrea è in cima e non al Colle, lo raggiungo, sono mezzo disfatto ma contento per la cima.

Quattro mesi passati al computer per finire il libro dei canyon del Nord Italia si fanno sentire! Andrea mi prende in giro per gli sci larghi, "sei pazzo", ma i miei sci non sono per niente larghi rispetto alle misure attualmente in circolazione!! A causa della cornice non riusciamo a partire sci ai piedi dalla vetta ma solo 5-6 metri sotto. Faccio qualche foto con il telefonino, i risultati saranno veramente scadenti. La neve è ottima, facile da sciare, un breve tratto a 45° e raggiungiamo i pendii del colatoio. Si scende bene, i pendii sono tutti collegati e si passa tra le rocce senza nessun problema. Qua si pone il problema di dove scendere: Andrea logicamente non vuole rifare a ritroso il passaggio di salita quindi bisogna fare un altro percorso. Proviamo dapprima con un traverso verso Nord, tramite delle cenge che avevo visto in foto si dovrebbe raggiungere un canale che scende all'Alpe Legnone.

Ad un certo punto torniamo indietro perché la neve è troppo marcia e Andrea non si fida, sotto ci sono salti di roccia molto alti. La possibilità migliore è quella di passare dove sono salito io. Raggiungiamo la piccola cengia e la seguiamo con gli sci e a tratti con i ramponi ai piedi fino ai pendii facili. E' finita, basta con il Legnone ! Bisognerebbe però completare l'itinerario come lo avevo pensato: scendere anche l'ultimo tratto di colatoio e calarsi alla fine dal salto di rocce. Sarà per la prossima volta. Ora siamo in ritardo, Andrea deve tornare a casa di corsa.

Legnone , colatoio del versante NE. Da quota 2609 a q.1500 m. Pascal van Duin e Andrea Testa il 05/05/2009.
Pendenza max 45°.

Legnone, versante NE. Da quota 2609 a q. 1500 m. Pascal van Duin e Antonio Cappello il 02/01/1997.
Pendenza max 45°.

Sul Legnone sono possibili ancora altre varianti di discesa più o meno interessanti. Anche le altre vette della Val Lesina, se osservate con l'ottica dello sci ripido, possono ancora regalare tantissimi percorsi ancora da inventare.

Pascal van Duin