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INTERVISTA AD ANGELIKA RAINER

Sottotitolo: 
La “signora” del ghiaccio sta preparando l’ennesimo inverno da protagonista….

Nicola Gavardi
21/11/2012
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angelika
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arrampicata
sportiva
ghiaccio

Domande a 360° alla campionessa di arrampicata intervistata per voi a pochi mesi dall'inizio di una nuova stagione di gare...

Lo scorso inverno abbiamo imparato a conoscerla con i report precisi delle gare di coppa che l’hanno sempre vista posizionarsi ai vertici della classifica, ma questo talento dell’arrampicata sportiva ama vivere la montagna e il verticale a 360°. Per voi un'intervista che vi permetterà di apprezzarla ancora di più. E non appena le temperature torneranno a scendere, tranquilli, torneremo a seguire lei e i ragazzi dell'ice climbing in ogni loro trasferta internazionale....

 

 

Cosa significa vivere l’arrampicata a 360°?

La mia è stata un’evoluzione naturale e continua, dalla scalata in palestra su struttura artificiale e le gare di arrampicata sportiva sono passata alla falesia. Per me essere all’aperto, in natura è una cosa meravigliosa e legata all’arrampicata, così è venuta la voglia di scalare anche in montagna su vie multipitch. In inverno invece pratico il dry tooling, l’arrampicata su cascate e le gare di arrampicata su ghiaccio. Sono completamente presa dall’arrampicata e dalla sua varietà di discipline.

 

 

 

 

Niente di più effimero di una cascata di ghiaccio, niente di più concreto della soddisfazione di esserne stato suo per qualche lunghissimo istante… Questo è il pensiero del ghiacciatore collezionista..

Scalare su una cascata di ghiaccio è sicuramente una sensazione speciale, questa formazione resta soltanto per poche settimana dell’anno, poi sparisce e poterla salire è un privilegio.

 

 

 

Ti tieni sulle picche quanto sulla roccia.. Qual è il tuo ambiente preferito?

Mi piacciono entrambi gli ambienti. Facendo Dry Tooling ed arrampicata su ghiaccio in inverno, e arrampicata sportiva e multipitch in estate, il mio allenamento e le mie scalate variano sempre.  Nell’arrampicata su roccia c’è il contatto diretto, in quella su ghiaccio ci sono gli atrezzi, due tecniche diverse ma entrambi affascinanti.

 

 

 

Campionessa del mondo e allo stesso tempo lavoratrice..come riesci a conciliare le due cose?

Sono laureata in economia agraria e da circa tre anni lavoro in un centro di ricerca agricolo, ormai da più di un anno in part-time. Il mio lavoro mi piace molto e per fortuna mi lascia molto tempo per scalare, ovviamente è molto importante per me programmare bene i miei allenamenti, i viaggi, i miei progetti, dovendo conciliare tutto questo con un lavoro.

 

 

 

 

Ti alleni in modo specifico per essere al top nelle competizioni?

Per la Coppa del Mondo di ghiaccio mi alleno in modo specifico, facendo per primo un allenamento a secco con esercizi specifici e pesi e poi dry tooling sia su struttura artificiale che su roccia. A Natale apre anche la struttura di ghiaccio a Rabenstein, vicino a casa mia, il che mi dà la possibilità di allenarmi su una struttura di gara con tanto vero ghiaccio.

 

 

 

Obiettivi della prossima stagione?

Quest’anno parteciperò di nuovo alla Coppa del Mondo di ghiaccio, con l’obiettivo di fare ancora dei podi. Certo che non è facile ripetere una stagione come l’anno scorso con tre vittorie in gara e la vittoria della classifica generale. Cercerò di sicuro di prepararmi benissimo, di dare tutto e di divertirmi.

 

 

 

 

La Coppa del Mondo di ice climbing è ormai un vero e proprio circuito. Quale paese rappresenta al meglio questa disciplina?

Secondo me ogni posto ha decisamente il suo fascino, in Corea la struttura di gara è situata in una valle sperduta e posizionata direttamente davanti ad una parete ghiacciata imponente, alta 50 metri inoltre l’organizzazione è buonissima. In svizzera a Saas Fee la gara viene organizzata ormai da più di dieci anni e la struttura all’interno di un parcheggio con la sua atmosfera unica è sempre bellissima. Rabenstein in Alto Adige organizzerà quest’anno per la prima volta una tappa della Coppa del Mondo, è la mia tappa di casa e ha una struttura bellissima con tanto ghiaccio. La gara in Romania invece costituisce l’unica gara internazionale organizzata in Romania e si sente che gli organizzatori, ma anche il pubblico la apprezzano. In fine, la gara in Russia è quella di casa per la squadra più forte e più numerosa del circuito ed essendo in uno dei paesi più freddi del mondo si può sicuramente dire che l’arramicata qui si sente a casa.

 

 

Qual è l’avversaria che temi di più?

Sicuramente la Russa Maria Tolokonina, seconda nel 2012 e prima nel 2009. Lei ha uno stile di arrampicata molto simile al mio, veloce, con tanta resistenza ma anche tecnica e non molla mai, lotta sempre fino all’ultimo rischiando anche se ogni tanto può portare a commettere un errore, come è capitato anche a me.

 

 

Quest’anno a Pian Schiavaneis hai chiuso un 8b+ “Non Mollare” . Che esperienza è stata?

Ho lavorato tanto per chiudere questa via, mi era piaciuta subito ma era molto dura per me. La prima parte della via è molto tecnica con listine piccolissime, la parte sopra è di resitenza. I due lanci nella via per me erano i punti più difficili ma provandoli tanto penso di essere migliorata anche in questo stile di arrampicata più dinamico e di essere cresciuta sia tecnicamente che mentalmente. Chiuderla è stato bellissimo, la grande soddisfazione di essere riuscita ad alzare i miei limiti e di aver fatto una via stupenda.

 

 

 

Che rapporto hai con la difficoltà tecnica pura? La  vedi solo come una cosa da prestazione sportiva o la vivi come forma di accrescimento interiore, di conoscenza personale come quando si va in montagna?

La difficoltà intesa come gradi è importante per crescere, per lavorare sui miei limiti. Un grado che due, cinque, o otto anni fa non era per me neanche immaginabile, può diventare possiblile con tanto allenamento, tanta grinta e la voglia di scalare.

 

 

D’estate ti limiti ai tiri in falesia o preferisci le vie di montagna?

Mi piacciono anche le vie in montagna, l’ambiente li è tutto diverso dalla falesia. Purtroppo è molto difficile dividere il tempo a disposizione tra arrampicata sportiva e le vie multipitch, cerco di seguire i miei progetti ed essere in forma in entrambi le disipline. Per chiudere il mio progetto “non mollare” ho dovuto concentrarmi negli ultimi due anni sull’arrampicata sportiva ma tornerò prima o dopo anche in montagna.

 

Ti rivedremo prossimamente anche nel circuito dell’arrampicata?

Con le gare di arrampicata ho chiuso nel 2007, avendo vinto la Coppa Italia di Difficoltà di quell’anno e raggiunto con questo un mio obbiettivo. Dal 2005 partecipo alle gare di ghiaccio in inverno che mi piacciono molto, anche come ambiente e come amicizie strette alle gare. Il periodo estivo preferisco dedicarlo alla scalata all’aperto, anche se alla fine devo dire che ci sono stati dei problemi con la federazione di arrampicata sportiva, e per questo motivo non penso di tornare in questo circuito; però mai dire mai, non si sa cosa porta il tempo.