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VALLI BERGAMASCHE LEFFE.. GRANDE TRA LE GRANDI!!!

Maurizio Torri
2/11/2009

INTERVISTA A ANDREA REGAZZONI

Se il successo alle Marmitte 2009 poteva essere motivato da una serie di concomitanze favorevoli, o per meglio dire di assenze favorevoli, domenica 25 ottobre i ragazzi di Privato Pezzoli sono andati davvero forte spuntandola contro atleti di livello internazionale.

Per vincere al Trofeo Vanoni la fortuna non basta; il terzetto composto da Massimiliano Zanaboni, Andrea Regazzoni e Mauro Lanfranchi ha messo in campo la giusta maturità che è servita loro a conquistare la prima piazza e a difenderla con i denti sino alla fine.

Al traguardo di Via Vanoni abbiamo intervistato per voi uno dei mattatori di giornata, quel Andrea Regazzoni che con il suo 30’10” ha stabilito il secondo miglior crono di giornata alle spalle di uno stratosferico Julien Rancon.

A Morbegno, vista l’assenza della Forestale, siete passati da outsider a favoriti. Convivere con tale pressione è stato difficile o vi ha ulteriormente motivato?

«La vigilia è stata per me abbastanza snervante in quanto, visto la buona condizione di Mauro e Max, sapevo di essere in questo momento l’anello debole della squadra e che una mia prestazione non alla loro altezza, avrebbe potuto comprometterne il risultato. Fortunatamente i timori della vigilia sono stati smentiti da una buona prestazione di tutta la squadra, portandoci alla vittoria».

Zanaboni ha fatto una convincente prima frazione; tu sei andato davvero forte consegnando a Lanfranchi un buon margine su Rancon. Quando hai capito che si poteva vincere?

«Sapevamo che la Francia avrebbe schierato in ultima frazione un atleta molto forte in grado di recuperare più di un minuto a tutti. Io e Max siamo riusciti a consegnare il testimone al nostro ultimo frazionista con un discreto margine di vantaggio; Mauro è poi stato abilissimo nel gestirlo e nel contenere il ritorno dei francesi».

Vittoria alle Marmitte dei Giganti e Trofeo Vanoni, per chi mastica di corsa in montagna sono un bel biglietto da visita. Per voi, sicuramente, una bella iniezione di fiducia. Per il 2010 si può pensare ad un attacco alle big nel campionato italiano a squadre?

«Con la vittoria del campionato italiano di società assoluto abbiamo dimostrato di essere una squadra, pur senza punte, con tanti atleti di discreto livello; questo ci permette per gli anni futuri di avere una buona base su cui lavorare, indipendentemente dalle prestazioni di un singolo atleta; l’innesto di un campione o la crescita di un singolo atleta potrebbero poi portarci a fare quel salto di qualità necessario a contendere alla forestale il titolo italiano a staffetta».

Da alcune stagioni ti vediamo sempre più orientato verso la corsa in montagna. Hai definitivamente detto addio al mezzofondo? E se si, quali sono i tuoi obiettivi?

«Da un paio di anni ho deciso di finalizzare la mia attività alla corsa in montagna, anche se non mi dispiacerebbe preparare ancora una mezza maratona o un cross importante; per quanto riguarda la pista invece, penso di aver perso quelle caratteristiche necessarie per ottenere qualche buona prestazione»

Sei uno dei migliori interpreti a livello nazionale, cosa ti manca per vestire la maglia azzurra?

«In passato ho vestito la maglia azzurra in virtù dei soli risultati conseguiti in gara e ne vado molto orgoglioso. Attualmente, invece, la nazionale di corsa in montagna e le attività connesse ad essa, più che una meritocratica rappresentativa degli atleti che si distinguono nelle gare, mi sembra diventata uno strumento atto a soddisfare gli interessi dei tecnici azzurri; sinceramente preferisco continuare a non esserne preso in considerazione piuttosto che assecondare alcuni comportamenti di chi la guida»

La scorsa estate ti abbiamo visto al via del campionato italiano team di skyrunning. Dal tuo punto di vista uno “forte nella corsa in montagna” è di fatto “forte anche nelle sky” o sono specialità differenti che richiedono doti differenti?

«Secondo me se un atleta di corsa in montagna possiede buone doti di discesista può diventare tranquillamente un ottimo atleta anche nelle sky. E’ più difficile, invece, che lo diventi uno scalatore puro con poca abilità nella discesa, seppur di valore atletico superiore»