Categoria: 

GIOVANNA CAVALLI E L'ELISIR DELL'ETERNA GIOVINEZZA!!!

Maurizio Torri
15/8/2009

Vi presentiamo un'atleta davvero interessante.

Ha iniziato a correre all'età di 40 anni e in un decennio di gare ha inanellato una serie quasi infinita di podi. Non solo, è riuscita a togliersi grosse soddisfazioni nelle sky, corsa in montagna, mezze, maratone e 100 km!!!

Mai chiedere l’età ad una signora, a meno che l’atleta in questione si chiami Giovanna Cavalli. E allora è lei che, senza il minimo tentennamento, esordisce: «Quest’anno sono 50, ma mi diverto ancora; e per giunta sto andando piuttosto bene».

Già perché la sempre sorridente runner originaria di Mandello e residente ad Abbadia Lariana sembra avere stretto un patto con il diavolo: in soli 10 anni di attività agonistica ha calcato innumerevoli podi spaziando, con eccellenti responsi, dalla corsa in montagna allo skyrunning passando per mezze, maratone e 100km. Guardando il suo palmares e le prestazioni cronometriche ottenute sulle diverse distanze, una sola cosa resta da chiedersi: “E se solo avesse cominciato prima”?. «Questo è uno dei miei crucci – ci ha confidato -. Sono sempre stata una sportiva; prima facevo sci di fondo e karate. Poi a trent’anni ho conosciuto mio marito e con lui mi sono avvicinata all’alpinismo facendo sia roccia che ghiaccio. Ero però attratta dalle gare di corsa; soprattutto da quelle di montagna».

Come hai deciso di abbandonare imbraco e rinvii e passare all’agonismo?

«Mi sono avvicinata al mondo delle corse quasi per caso. Dieci anni fa, un infortunio nel quale era incappato mio marito ha interrotto i nostri soliti tour in montagna. Ho quindi deciso di iscrivermi ad una gara in Valchiavenna, la Traversata dei Monti. Non avendo tessera Fidal, mi sono inventata un escamotage e mi sono iscritta come CAI Lecco. La gara andò bene: arrivai 2ª assoluta; di lì la decisone di tesserarmi al GS Valgerola di Maurizio Piganzoli. Più avanti sono invece passata alla Corno marco Italia, la mia attuale società».

Da allora, i podi centrati praticamente non si contano. Dovessi però scegliere la tua gara perfetta?

«Non ho dubbi, la mia prima Monza Resegone. Ero ai nastri di partenza al fianco di due uomini decisamente più forti; la cosa mi agitava. Avevo davvero paura di “saltare”. Sull’ultimo tratto, invece, quando mi sono trovata dinnanzi ad una scalinata illuminata dalle fiaccole, era come se avessi avuto le ali ai piedi. Ero davanti a tirare ed incitarli; è stato bellissimo. Abbiamo chiuso al 4° posto assoluto in classifica generale con crono di 3h34’».

Dalla montagna alla maratona il passo non è dei più brevi:

«Verissimo. Mi è sempre è sempre piaciuto correre. Lo facevo anche prima delle gare. Uscivo in pausa pranzo, per rinforzare le gambe in vista delle sfacchinate domenicali con zaino da 20kg sulla schiena. Poi, nel 2001 ho deciso di fare la mia prima maratona scoprendomi atleta duttile. Mi sono allenata con tanto di tabella tagliando il traguardo in 3h01’».

E la 100km?

«Quello è stato lo step successivo. L’idea di prendere parte alla prima Passatore è cominciata quasi per gioco tra vari amici della Corno Marco. Mi hanno lanciato la proposta e, tanto per vedere se fossi o meno all’altezza del gravoso impegno, ho corso tre maratone consecutive in 3 settimane. I tempi sono stati 2h59’, 2h58’ e 2h57’. Vedendo che non solo recuperavo, ma addirittura ero riuscita a migliorarmi di domenica in domenica mi sono iscritta e l’ho portata a termine in 9h05’. Per giunta fermandomi a mangiare uova e mozzarella».

I responsi delle ultime gare ti vedono sempre nelle posizioni che contano, ma come vedi la Giovanna Cavalli del futuro? Scarpette al chiodo o competizioni indipendentemente dal piazzamento?

«Non sono una che si tira indietro. Per il momento riesco ancora ad essere competitiva, specialmente sui tracciati di sola salita. In futuro si vedrà. Visto che sono un’agonista, magari punterò maggiormente ai piazzamenti di categoria, ma di certo continuerò a correre».