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MESEMONTAGNA 2012 - VEZZANO (TN)

Sottotitolo: 
L'edizione 2012 parte con il tutto esaurito....

Redazione
10/11/2012
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La sfida oltre i limiti di Alexander Huber riempie il  Teatro di  Vezzano...

La settima edizione di MeseMontagna è partita iera sera con un tutto esaurito: il Teattro Valle dei Laghi di Vezzano ha visto gente in piedi, sugli scalini e in galleria, per un totale di circa 500 persone. Attrazione della serata il "re della libera", Alexander Huber, definito da Messner fra i dieci più forti alpinisti al mondo. Nessuna prosopopea ma una grande passione e la voglia di comunicare questa sua passione per la montagna, un sentimento da lui definito "quinta dimensione", qualcosa che va oltre lo spazio e il tempo. Nato fra le montagne al confine fra Austria e Baviera, 44 anni, Huber inizia ad arrampicare quasi prima che a camminare, visto che a 11 anni sale sul  Monte Bianco e a 14 decide di cimentarsi nell'arrampicata libera. Per farlo viene in Trentino, sulle falesie del Sarca e ad Arco, per cui ieri sera per lui è stato un po' come tornare a casa. Il racconto di alcune sue imprese, fra cui una libera asssoluta, senza corda di sicurezza sulla Cima Grande di Lavaredo, ha tenuto avvinghiati i presenti per quasi due ore.

 

 

 

Le foto e le immagini di certi passaggi di settimo e ottavo grado, tenuto su dalla forza delle dita su minimi appigli è stata un'emozione indimenticabile. Naturalmente dietro, come per tutti i grandi dell'alpinismo, c'è la sfida, la voglia di superarsi, e in più la voglia di andare a cercare difficoltà "impossibili". La sua idea è che non è tanto l'altezza di una montagna a renderla affascinante, ma la difficoltà, il salire in modo inedito. Eppure non c'è nessun dogmatismo, nessuna contrapposizione con l'alpinismo tradizionale. "Sono cose che mi danno la stessa emozione, che è quella di andare in montagna - spiega -. Se posso cerco di fare tutto in libera, che è la maniera naturale, ma dove non è possibile va bene l'arrampicata articficialle, in fondo anche quello è un modo normale di andare in montagna".

 

 

 

E poi ancora: "Il mio obiettivo è attraversare la linea fra il conosciuto e l'inesplorato, per cui non è necessario fare un Ottomila, anche una montagna più bassa può presentare una sfida interessante, nuova." Al suo attivo ha imprese straordinare come il secondo 9a del mondo (Om, 1992) e il primo 9a+ (Open Air, 1996). Nel 1995 sale in libera la leggendaria Salathé (8a) sulla parete dell'El Capitan nello Yosemite Valley, poi si consacra fra i grandi assoluti liberando lo Zodiac (8b) ed altri cinque itinerari all'El Capitan. Del  2008 è  la conquista dell'Ulvetanna, il monte più difficile dell'Antartide, dove il freddo estremo è di per sé una delle più grandi difficoltà; non pago, apre con la prima scalata della parete ovest dell'Holtanna, l'itinerario più difficile del continente ghiacciato.

 

 

Oltre che alpinista è anche scrittore e non solo di spedizioni, ma di vita e di esperienza. Dei suoi sette libri in italiano è stato tradotto "La montagna ed io", che appunto non è solo un elenco di imprese, ma un libro di maturazione. Laureato in fisica, padre di 2 bambine, Huber racconta anche della sua grande crisi, che per un periodo gli ha fatto perdere la pasisone per le montagne, e che - ormai affermato e protagonista di serate  e incontri - gli ha fatto dire basta. "Come potevo - racconta oggi - parlare ad altri di montagna, se io non sentivo più nel cuore la passione?". Oggi per fortuna la passione gli è ritornata ed e è sicuramente in grado di trasmetterla. Insieme al fratello Thomas è tornato a scalare, collocandosi come si è detto nell'Olimpo degli alpinisti mondiali.

 

 

La serata inaugurale di MeseMontagna, prima dell'incontro con Huber, si è aperta con la premiazione del concorso fotografico dedicato alla Valle dei Laghi. Questi i vincitori: Maurizio Ress di Lavis per la categoria colore, Daniela Usai di Fraveggio per la categoria bianco/nero, Alessia Santini di Vezzano per la categoria under 16.

 

 

Spazio anche per la solidarietà con l'intervento delle rappresentanti di due associazioni. La prima, Lucicate (www.lucicate.org), si occupa delle piccole schiave di Cuzco in Bolivia, cui cerca di dare libertà e una speranza; la seconda, Admo, promuove la donazione del midollo osseo e ha proposto la toccante testimonianza di un giovane, devastato da una malattia auto-immune, cui il trapianto ha dato una nuova vita.
Prossimo appuntamento: mercoledì 14 con le pellicole premiate del FilmFestival.