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INTERVISTA A ROBERTO BERETTA

Sottotitolo: 
Domande a tutto campo con uno dei più conosciuti trailer italiani

Nicola Gavardi
29/4/2016
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intervista roberto beretta
2016
trail running

“Inossidabile” è il termine giusto per descrivere Roberto Fluido Beretta, l’ultra trailer del Team Tecnica...

Alzi la mano che non l’abbia mai visto ai nastri di partenza di qualche trail o sky o l’abbia incrociato su qualche sentiero. La sua passione per questo sport la si percepisce da ogni sua singola parola. Lo spirito trail è vivo e vegeto!

 

UNA DOMANDA BANALE MA RICCA DI SIGNIFICATO. PERCHE’ CORRI IN MONTAGNA?

A dire il vero non ho mai corso in pianura, a parte le primissime volte in cui mi sono cimentato in questo sport. Ho iniziato sin da subito a correre per le colline brianzole per poi scoprire le fiasp bergamasche che per me erano delle veri e proprie sky.  Correre in natura è così stato spontaneo e in poco tempo mi sono ritrovato a mettermi in gioco sulla mezza delle Grigne. Era la mia prima esperienza e ho finito la gara mezzo distrutto con crampi ovunque. Mi ero anche ripromesso di non fare mai più una corsa simile… A mente fredda mi sono reso poi conto che correre in montagna mi fa stare bene e non posso rinunciare a tutto questo. E’ vera e semplice passione!

 

 

HAI UNA MEDIA DI PRESENZA ALLE GARE IMPRESSIONANTE. DOVE TROVI LO STIMOLO PER ANDARE AVANTI?

Il bello è che non faccio fatica ad andare avanti. Mi piace, mi diverto, trovo belle persone, non ho mai l’ansia di prestazione ,  non seguo diete che mi penalizzano la motivazione di continuare ,  non preparo gare e così non ho neppure degli obiettivi che potrebbero “deludermi” qual’ora non li raggiungessi.  Per me essere al via è la cosa più naturale possibile.

 

 

 

IN UN ENDURANCE CONTANO DI PIU’ LE GAMBE O IL CUORE?

Sull’endurance si può aprire un libro. Molto dipende dalle distanze… in fila per importanza Testa, Cuore e poi gambe…. Anche perché se finisci un Tor le gambe le hai già smarrite prima di metà gara.

 

 

 

NEL CORSO DEGLI ANNI TI SEI CIMENTATO ANCHE NELLE SKYRACE. CHE PUNTI DI DIFFERENZA TROVI CON IL MONDO DEL TRAILRUNNING?

Qualche anno fa la differenza era lampante, sia nella qualità assoluta degli atleti che nel percorso.  Un atleta sky che partecipa ad un trail  ha una fisicità migliore  e risulta spesso più forte di un trailer Anche  la tecnicità delle sky è superiore ai trail ,che  non per forza devono essere percorsi su sentieri di montagna.  Ora però si sta cercando di uniformare un po’ il tutto e forse non è del tutto corretto, a mio avviso soprattutto per i principianti. Troppe persone si iscrivono a gare senza sapere a cosa vanno incontro, per cui meglio avere già una lettura immediata di cosa si può trovare , non ci trovo nulla di scandaloso. Poi sulla qualità delle gare a mio avviso nel trail si sono fatti passi da gigante ed è una questione di gusti. Per fortuna a me piacciono entrambe le specialità!

 

 

 

 

 

 

 

COME VEDI IL MOVIMENTO DEL TRAIL RUNNING IN ITALIA?

Nel bene ma anche nel male è in continua espansione. Resta sempre un bell’ambiente, ma viene sempre un po’ più minato da atleti con ansia di prestazione ed esasperato agonismo, che tradotto sui sentieri non ha un bell’impatto.   Speriamo che si mantenga sempre un sano spirito sportivo, del resto credo che l’educazione sia propria degli uomini e non della montagna. A noi vecchietti  il compito di dare l’esempio con un approccio meno “cattivo” verso  questa disciplina che deve essere vissuta col piacere e il privilegio di poterla assecondare.

 

 

 

LA GARA CHE TI E’ RIMASTA NEL CUORE?

Abbot’s  way credo 2012. 125km 5600 mtd+ .  Percorsi interamente con Cinzia Bertasa e Maurizio Sala. Fermi a tutti i ristori a mangiare e bere tranquillamente, fare foto su trattori, ai cavalli, sdraiandosi in mezzo ai prati fioriti, cantando ridendo e chiacchierando, pur facendo una ottima gara. Ancora oggi Cinzia ha una foto di noi tre al ristoro: meravigliosa sembrava fossimo in vacanza; e forse lo era veramente

 

 

 

UNA DOMANDA SCOMODA MA DOVEROSA. COSA NE PENSI DELLA POLEMICA SUL TOR DES GEANTS?

Non faccio l’ambasciatore, sinceramente ho sempre pensato di essere un atleta.  Se faranno due gare e le organizzeranno come si deve so che vi sarà la possibilità per 1900 atleti di fare uno stupendo viaggio. Per cui spero siano in tanti a potervi partecipare. Il resto sinceramente non mi interessa, ho letto qualcosa, ma senza approfondire il discorso. 

 

 

 

QUALI SONO I PROGRAMMI PER LA STAGIONE 2016?

Correre e ancora correre, nessun programma particolare. Ho già un calendario gare fitto da qui a luglio, ma senza nessuna corsa a cui mirare particolarmente. Spero tanto di stare bene per poterle fare tutte e magari raccontarle. Mi piace poter parlare di questo sport e di questa mia passione e soprattutto mi sento in dovere di far conoscere questa disciplina sportiva al maggior numero di persone.

 

 

(Credit Foto copertina Carlo Landucci)